lunedì 17 giugno 2013

Tracce di poesia - Mino Pausa

Lo scippatore di emozioni (Antonio Stornaiolo)
e Piero Scamarcio (Emilio Solfrizzi)
Apparso per la prima volta su Telenorba, il poeta Mino Pausa non è un vero poeta. O forse sì. Espressione di un tipo di comicità che oggigiorno risulta essere utopica, egli è l'autentico "anti". Anti-poeta, innanzitutto: quando il paradosso diventa comico proprio perché cela il fondo di realtà che rende quel paradosso un paradosso. Nulla di più semplice, direste! Eppure non è così. Affondiamo le mani in qualcosa di veramente provocatorio quando un "anti" diventa specchio del "proprio". E allora le brevi liriche recitate in "Teledurazzo" o ne "Il polpo" non sono altro che un tentativo ben riuscito di fare ironia su quello che ci circonda. Il duo Toti e Tata in questo è maestro: assieme ad un altro grande della scena barese (Gianni Ciardo), ha portato nelle case di centinaia di pugliesi la comicità del vivere quotidiano: l'eterna zitella che sposa "Ciclopolmone" per avere la casa "a Bari alta" (Filomena Coza Depurada), gli Oesais, il cantante Piero Scamarcio supportato dallo "scippatore di emozioni" sono solo alcuni dei personaggi forgiati dalle menti di Emilio Solfrizzi (Toti) e Antonio Stornaiolo (Tata).
Ma ritorniamo a Mino Pausa. Un uomo alto, bruno, la carnagione scura, le occhiaie evidenti, il cappotto lungo e nero. Un becchino, praticamente. Non è un caso: è proprio ironizzando sulla morte che questo "poeta maledetto" ci strappa una risata beffarda, un "faccio corna". Le sue sono poesie che riducono "il pessimismo cosmico leopardiano a mero umorismo": la morte fa parte della vita (come dicono i più) e, proprio in virtù di questa sua connotazione, è bene riderci sopra. Si tratta di un umorismo macabro che sdrammatizza il trauma della perdita, enfatizzandone la necessità e, dunque, la normalità. Con le parole del mitico Mino: "Chi prima, chi dopo...tutti dobbiamo morire". 
Emilio Solfrizzi vestito da Mino Pausa
Ebbene, le poesie (dal titolo apparentemente innocuo) sembrano appartenere a una rassegna sulle morti più insolite (che siano le antenate del programma tv "1000 modi per morire"?). Non solo! Denotano una cultura vastissima, laddove (anche tra le righe) citano Bach, Ungaretti, Leopardi. È certamente questo uno dei motivi della grandezza di Mino Pausa, mai banale o scontato. Un discorso a parte meritano i titoli delle raccolte, che manifestano un sottile sarcasmo. Basti pensare alle raccolte "Do re mi fu", "Coperta di mogano", "Dipartita in partita": è questa la comicità che vogliamo! Una comicità colta e pungente, una comicità che recupera l'innominabile morte per renderla dolce, la Dolcenera.  
Non vi resta che addentrarvi nel mondo di questa Dolce tramite le parole di Mino Pausa. 

Dalla 4° raccolta “C’è più spazio in casa da quando sei cenere”:

Hai preso quel treno

Hai preso quel treno,

Lo hai preso in pieno.

Dalla 5° raccolta “Io nell’universo, tu nell’obitorio


Gli strani incroci della vita

Ti fermasti prudente
e a destra desti precedenza
ma il tir entrò nella tua vita
da sinistra.


Dall’8° raccolta “Fiato alle trombosi

Avanza pure

Avanza pure
il numero dei tuoi
globuli bianchi.

Dalla 10° raccolta: "Do Re Mi Fu

Musica nell’aria

Per ascoltare quella fuga di Bach
Non ti accorgesti di quella fuga di gas.


Dalla 12° raccolta “Il giorno della trasfusione non eri in vena

La crisi del 7° anno

Non ho i soldi per pagare
la tua riesumazione.



Qui tutti i video di Toti e Tata.

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